Un disco e una tazza di...birra

Il mio commento al disco, visto che poi esco...

I Ghost non si inventano niente, ma (come spesso ci tocca dire dei buoni gruppi che sentiamo) combinano le proprie ispirazioni con piglio ed efficacia personalissimi. Altre band avrebbero puntato tutto sull'aspetto visivo e sull'aura di mistero attorno ai musicisti, qua invece ci si ricorda anche di suonare un doom ottimo, che pesca tanto da produzioni recenti (un pizzico di Grand Magus c'è) quanto dai settanta e ancor prima - si vede platealmente nella splendida cover dei Beatles, quasi ironica nel suo contrasto, ma si sente un po' ovunque. Vero è che non si va oltre un'ottima impressione generale - ma scusate se è poco. Dipenderà sicuramente dalla mia fissa per queste atmosfere (che, come giustamente diceva mi pare Boudicca, non sono affatto oscure né "dark", ma piuttosto ieratiche), ma Opus Eponymous è un disco che mi ha preso e che è entrato dritto nel mio walkman per restarci. Good job, tizi senza nome: a voi una stretta di mano virtuale.


Ora scannatevi pure per decidere a chi tocca il prossimo disco.