| | | OFFLINE | | Post: 83.973 Post: 36.494 | Registrato il: 22/04/2011 | Sesso: Maschile | [IMG]http://oi61.tinypic.com/ekes8w.jpg[/IMG] | [IMG]http://i39.tinypic.com/21e19nk.gif[/IMG] | Papà Iron | |
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11/11/2011 08:26 | |
Blaze of Glory, 10/11/2011 21.56:
Ritual è interessante, grazie agli altri per le notizie su Classix, li avevo dati per spacciati
Spiego la storia dei Machine Head, visto che per me fu complicata da gestire.
www.metallized.it/recensione.php?id=5376 questa recensione la assegnai ad un ragazzo che è molto esperto di thrash. In quell'occasione scoprii che per lui il thrash finiva nel 1993. Non c'era tempo per elaborare una recensione sostitutiva, è andata quella e l'abbiamo difesa. Era scritta bene, argomentata bene, ma completamente sbagliata.
A quel punto avevamo in programma il secondo dei MH, decido di darlo ad un altro bravo ragazzo, lui più aperto e competente e...non ho idea di cosa sia successo. Davvero, mistero totale. Ecco la recensione: www.metallized.it/recensione.php?id=5485
L'unica mia spiegazione è che si sia conformato al voto della prima, ma...boh!
Aggiungo ai difetti dei recensori una forte chiusura mentale, spesso diretta alle forme nuove di rock e metal, ho letto certe recensioni su band accusate di essersi commercializzate (ma che cazzo vuol dire, a proposito?) che mi hanno fatto vergognare di appartenere alla categoria.
la poca apertura mentale è un difetto orribile per un recensore, un preconcetto stupido e odioso. è insopportabile in un ascoltatore snobbone comune, figuriamoci per un critico
il problema della commercializzazione invece può dipendere dalla band, dal contesto e dal background. esempio: gli amon amarth, un gruppo che parte da un ambiente di nicchia per trovare il meritato successo.
ci può stare che un loro album suoni meno indirizzato e “ricercato”, più orecchiabile per un pubblico vasto. ma accusarli di sfornare commercialate è troppo malizioso e cospiratorio, anche solo per il fatto che nessuno di noi ha mai parlato per più di cinque minuti con un hegg allo scopo di capire cosa bolle in pentola per la band
potrebbe trattarsi pure di spinte esterne, come l'etichetta che dice: oh ragazzi, ormai avete un seguito importante. cominciate a prendere in considerazione l'idea di "alleggerire" la proposta.
oppure naturale evoluzione, maturazione etc.
comunque complimenti a blaze, una vera macchina da topic sempre interessanti [Modificato da Iron Ghost 11/11/2011 08:35] |
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11/11/2011 08:50 | |
Esempi? Il 90% delle recensioni -core, post-core etc, li si va sul sicuro. Sull'ultimo degli Architects si trovano delle perle, ora non fatemele ricercare che altrimenti perdo la fiducia nel genere umano... |
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11/11/2011 09:04 | |
Iron Ghost, 11/11/2011 08.26:
la poca apertura mentale è un difetto orribile per un recensore, un preconcetto stupido e odioso. è insopportabile in un ascoltatore snobbone comune, figuriamoci per un critico
il problema della commercializzazione invece può dipendere dalla band, dal contesto e dal background. esempio: gli amon amarth, un gruppo che parte da un ambiente di nicchia per trovare il meritato successo.
ci può stare che un loro album suoni meno indirizzato e “ricercato”, più orecchiabile per un pubblico vasto. ma accusarli di sfornare commercialate è troppo malizioso e cospiratorio, anche solo per il fatto che nessuno di noi ha mai parlato per più di cinque minuti con un hegg allo scopo di capire cosa bolle in pentola per la band
potrebbe trattarsi pure di spinte esterne, come l'etichetta che dice: oh ragazzi, ormai avete un seguito importante. cominciate a prendere in considerazione l'idea di "alleggerire" la proposta.
oppure naturale evoluzione, maturazione etc.
comunque complimenti a blaze, una vera macchina da topic sempre interessanti
La poca apertura mentale però è la NORMA nelle webzine. Solo che spesso viene mascherata con "altro", qualcosa per dire "visto? siamo aperti". Le varie sezioni extra metal, o "non solo metal" che dir si voglia, servono a questo: due colonne sonore, un disco dark ambient, uno folk, uno prog rock et voilà, ecco l'apertura mentale. La sfida, se mi permettete di vantarmi un po', è fare un articolo su Lady Gaga e scatenare una discussione non a senso unico. Oppure parlare di Indie Rock (fatto anche questo). Oppure creare una sezione veramente libera, dove recensire qualsiasi disco possa interessare o sia meritevole di essere consigliato, che sia John Williams che fa Star Wars, i Metallica con l'orchestra, Tiesto, KT Tunstall, Bob Dylan, Pat Metheny o Joss Stone. Ecco, quello non ci sono riuscito, mannaggia |
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11/11/2011 10:49 | |
Facciamo un po' di chiarezza su un discorso, quello dei promo, su cui ho spesso sentito stronzate colossali.
Funziona così: la prima fase è stabilire un contatto tra la webzine e la casa discografica. Questo può accadere in due modi: o Maometto va alla montagna, o la montagna va a Maometto. Chiaramente le case piccole si offriranno alle webzine, mentre toccherà alle webzine contattare le case grandi e sperare nella loro clemenza. Con le case di medie dimensioni si va a caso.
Una volta preso contatto, si mettono nero su bianco i termini. La normalità è questa: la label fornisce i dischi prima che escano, la webzine si impegna a recensirli in prossimità della data di uscita (non troppo prima, non troppo dopo). Ovviamente per dire Nuclear ti dice "per favore niente recensioni prima di 14 giorni dalla data di pubblicazione", e non è il caso di contraddirli. Punto. Qualsiasi altra cosa che avete sentito è semplicemente falsa. Non ci sono omaggi, non ci sono trattamenti di favore né da una parte né dall'altra.
Ovviamente questa è la normalità. Dopodiché può sempre spuntare fuori una casa discografica del sud italia, specializzata nel recupero di vecchie glorie dell'hard rock, che pretenda di avere la precedenza ("vi occupate prima delle nostre e poi del resto") su tutti gli altri...in quei casi si manda a fanculo e finisce lì. è la webzine che tratta da una posizione di forza, e spiego perché: il redattore il disco se lo può comprare o scaricare lo stesso...mentre la label delle recensioni ha bisogno. Quindi fortunatamente nessuno si mette a fare lo stronzo. Dopodiché può sempre spuntare fuori una casa discografica del nord italia, specializzata nella scena heavy tricolore, che protesti per una recensione non positiva e chieda che in futuro sia un altro redattore ad occuparsi dei loro dischi...in quei casi si manda a fanculo e finisce lì.
Sono le stesse case discografiche (o meglio, ci sono degli intermediari che curano tutte ste cose) a proporre le interviste alle webzine. Poche, e non è detto che accadano. A me Michael Romeo ha dato buca tre volte per un appuntamento al telefono, solo la prima volta mi ha chiamato il manager per scusarsi. Mah! |
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